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Che cos’è l’Erbario?

che cos'è l'erbario

Oggi il termine erbario fa riferimento a due cose: da una parte, infatti, indica una raccolta di erbe; dall’altra, invece, fa riferimento ad un vero e proprio museo all’interno del quale è possibile trovare tutte le specie di piante catalogate ed essiccate che vengono messe in ordine per poter essere consultate e studiate da chiunque.
In tutto il mondo esistono oltre tremila erbari, di cui ben centoventisette si trovano in Italia per un totale di circa trecento milioni di esemplari di piante.

L’erbario nel Medioevo

Nell’antichità, tuttavia, gli erbari non erano istituti museali ma solo ed esclusivamente libri.
In particolare, nel Medioevo gli erbari erano libri che descrivevano tutti i tipi di erbe, le loro proprietà e le loro funzioni terapeutiche. Inoltre, questi libri erano pieni di immagini e figure miniate che illustravano le diverse piante, di volta in volta, descritte.

L’erbario più antico della storia fu scritto da Dioscoride che era un medico greco giunto, intorno al I secolo a.C., a Roma dove scrisse un altro importante libro, il De materia medica.
Il libro di Dioscoride divenne l’erbario esemplare a partire dal quale furono progettati e redatti tutti gli erbari che seguirono dopo. Intorno al 550, poi, l’erbario fu regalato alla figlia dell’imperatore Anicio Olibrio in omaggio alla sua volontà di costruire un tempio dedicato alla Madonna.

L’erbario di Dioscoride è in assoluto uno dei più preziosi pervenutici dal mondo antico e rappresenta, ancora oggi, il modello principale da seguire per la stesura di un erbario. Il suo valore, inoltre, è determinato anche grazie alle tante miniature raccolte che ne fanno un documento prezioso e unico nel suo genere. Oggi l’erbario è conservato a Vienna.

Nel corso del Medioevo questo testo fu molto copiato, tanto è vero che fino al X secolo sono state scritte diverse versioni.

Col tempo, però la qualità delle immagini è diventata più scadente ma è stata perfezionata quella dei contenuti.
Gli erbari ispirati da quello di Dioscoride, infatti, con il tempo sono stati arricchiti di nuove piante, specie quelle conosciute nelle regioni inglesi e nell’Europa del nord.
Tra le produzioni migliori, ci sono alcuni erbari scritti in lingua fiamminga che sono particolarmente importanti per la ricchezza dei contenuti offerti ma anche per la qualità delle immagini presentate.

 

L’erbario come raccolta di erbe esemplari

Solo alla fine del XV secolo i libri vengono in qualche modo sostituiti dalle piante che raffiguravano che iniziano ad essere essiccate ed utilizzate a scopi terapeutici. In questo periodo, quindi, nascono gli erbari che vengono utilizzati come centro per raccogliere i campioni di varie erbe. La nascita di queste raccolte di campioni prevede una serie di fase precise e tutte molto importanti.

In una prima fase, naturalmente, si raccolgono i campioni di erbe; poi, si procede alla loro essiccazione. Si tratta di una fase importante e anche delicata: in sostanza, si prendono le foglie della pianta da campionare e si comprimono in mezzo a due fogli di carta assorbente fino a quando la pianta è completamente asciutta.

Dopo le prime due fasi, si passa a quella successiva dell’etichettatura. Qui, è molto importante inserire un numero preciso di informazioni tra cui il nome scientifico della pianta, la data precisa in cui è stata raccolta, il luogo in cui è stata raccolta e le coordinate geografiche precise del luogo di raccolta, il determinatore, nonché tutte le informazioni che riguardano le caratteristiche peculiari della pianta come il colore delle foglie, il periodo di fioritura e le tecniche per la coltivazione. Inoltre, è bene anche inserire in che modo è possibile proteggere quella particolare specie di pianta dagli insetti mediante l’uso di specifici pesticidi.
L’ultima fase prevede la copertura delle foglie essiccate attraverso della carta rigida e la successiva collocazione all’interno di una custodia.

Naturalmente, ogni pianta ha caratteristiche particolati e non tutte possono essere essiccate allo stesso modo: per le piante più voluminose o quelle più morbide, ad esempio, i fogli di carta non sono sufficienti per l’essicazione e per questo è necessario adoperare altre tecniche.

 

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